IL PERSONALE MILITARE NELLA GIUNGLA DEI PROGRAMMI ELETTORALI
Ovviamente non diamo pagelle, ci
limiteremo a leggere e commentare alcuni passaggi dei programmi elettorali
delle sigle politiche che si presenteranno alle prossime consultazioni del 4
marzo.
Quello che interessa noi non sono
di certo né gli investimenti in termini di armamento, né di arruolamenti e
neanche l’impiego delle Forze Armate, noi vogliamo concentrarci sull'uomo in
divisa, quale visione si ha e quanto la politica conosce questo misterioso
cittadino italiano che veste l’uniforme.
Ovviamente nell'annovero dell’uomo
in divisa mettiamo tutte le Forze Armate; insomma, aldilà delle convenevoli parole
di enfasi divulgate per acchiappare i voti, vogliamo sapere, conoscere e capire
se la politica ha veramente capito quali sono le reali esigenze di chi ha
deciso di fare questo “mestiere”, che negli altri paesi europei riveste un
ruolo riconosciuto dai propri connazionali importante e fondamentale.
In Italia?
Dopo le varie missioni di pace in
giro per il mondo, l’utilizzo delle forze armate per l’ordine
pubblico,
protezione civile, gestione rifiuti e chi più ne ha ne metta, ancora succede
che qualche attempato signore se ne esca con battute poco gradevoli e
sicuramente goffe, immaginando i militari italiani impegnati in interminabili
tornei di briscola in caserma, oppure immaginando di aver dato tanto in termini
di riconoscimento del lavoro svolto, definendo il rinnovo contrattuale
addirittura storico.
“La corazzata Potemkin è una
cagata pazzesca”; così si sfogava il ragionier Fantozzi ricevendo scroscianti
applausi per circa mezz'ora, attualizzandola al rinnovo contrattuale e alle
uscite poco felici di qualcun altro, la frase suonerebbe così “le dichiarazioni
sul contratto e sulla briscola, sono delle cagate pazzesche”.
Dette poi da chi? Ebbene
sembrerebbe che il blocco contrattuale sia da attribuire al Signore suonato
dell’infelice frase sulla briscola e il rinnovo contrattuale sbilanciato ai
vertici militari, del "toscanello", come lo chiama un mio carissimo amico.
Dice Renzi su un manifesto
elettorale “Grazie a noi più soldi sullo stipendio” , grazie a noi dopo anni di
attese abbiamo finalmente approvato il riordino delle carriere".
Naturalmente lui non conosce
affatto né cosa ha approvato né cosa ha determinato il rinnovo contrattuale, che
di fatto ha dato un aumento spropositato ad una categoria e briciole alle
altre, come ha sanato ogni piccola situazione ambigua di una categoria e
lasciate invariate tutte le altre disuguaglianze se non addirittura peggiorate.
Ma secondo lui ha fatto un capolavoro (quindi percezione reale dei problemi del
personale militare pari a zero).
Andiamo ad analizzare invece l’altra
sponda politica, il "berlusca" ad esempio, che già nelle elezioni politiche del 2001,
dichiarava “almeno 500 euro di aumenti ai militari dal grado più basso” (e giù
la prima sparata), che poi si trasformarono in aumenti per la dirigenza
militare con l’ampliamento dei poteri discrezionali conclamato con l’approvazione
del TUOM (testo unico dell’Ordinamento Militare, fortemente voluto da un ex
generale poi nominato anche sottosegretario) dove non solo si restringono i
diritti incomprimibili del cittadino militare, ma si ratifica una vera e propria
attribuzione di potere disciplinare ai vari comandanti in barba a tutte le
sentenze della Corte Costituzionale, che nel frattempo aveva cercato di compensare
le lacune normative in tema di diritti e mai affrontate dal parlamento
italiano, molto impegnato alla ripartizione dei loro benefici.
Ma oggi, in prossimità di questa
nuova tornata elettorale, cosa ci propongono?
Cominciamo da Fratelli d’Italia,
che ci propina “Sicurezza e legalità sono una assoluta priorità per
Fratelli d’Italia. Quando saremo al governo stipendi dignitosi ed
equipaggiamenti adeguati alle nostre forze dell’ordine. Fratelli
d’Italia è al fianco dei nostri uomini e donne in divisa senza se e senza ma”. Mah lo diciamo noi! Come
farebbe una forza politica con una percentuale che non smuove neanche l’aria a
dichiarare cose che non ha fatto neanche quando era al governo con il
centrodestra? E pensa di farlo ora?
La solita manfrina fritta e rifritta e tutte le volte appena
eletti se la dimenticano.
La Lega di Salvini sembra
preoccuparsi solo di rimandare a casa gli immigrati, tutto il programma
elettorale si basa sulla legittima difesa. Del personale della Difesa dice
qualcosa? Nulla, se non banalità quali: Lotta al terrorismo, blocco
degli sbarchi immigrati e respingimenti assistiti, rimpatrio di tutti i clandestini,
ampliamento legittima difesa, poliziotto e carabiniere di quartiere (qui
rilancia e raddoppia, come a poker), riforma della Giustizia (separazione delle
carriere) e giusto processo, codice di difesa dei diritti delle donne, codice a
tutela degli animali domestici, nuova disciplina intercettazioni e custodia
cautelare; di personale e problemi delle difesa neanche l’ombra, di diritti poi
non ne parliamo proprio.
Forza
Italia, dopo l’infelice frase del suo Leader sui militari, conia parole vecchie
per un significato nuovo, ovvero “per le
Forze dell’Ordine la promessa di un aumento di stipendio dignitoso, per gli
italiani la garanzia di una maggiore sicurezza nelle città”. E per il
personale della Difesa un mazzo di carte nuovo.
Insomma
al centrodestra il tema dei diritti del personale militare non interessa
proprio, non ne parlano, non ne vogliono sentir parlare.
Sono
ancora della lunghezza d’onda del Regio Esercito, quando il Generale Cadorna
per ogni militare italiano che sbagliava ne fucilava 10 per dare l’esempio
agli altri.
Quindi passiamo alla sinistra; LeU e Potere al Popolo.
LeU, formazione politica con leader Pietro Grasso,
propone una ricetta che sa di libri di storia, un “lietmotiv” utile ad ogni occasione, un’infarinatura di
antimilitarismo e pacifismo senza preoccuparsi minimamente di capire come e
dove intervenire istituzionalmente all'interno del ministero della Difesa. Il
programma prevede solo ed esclusivamente un’incentivazione dell’interventismo pacifico
e una riduzione degli armamenti. Dei diritti del personale militare e della
dignità di chi subisce ordini e deve stare zitto e piegare la testa, niente,
nemmeno l’ombra.
Una volta la sinistra radicale si occupava dei diritti
del personale militare, era favorevole alla sindacalizzazione, favorevole all’abolizione
dei tribunali militari, nel programma elettorale di questi argomenti non rimane
nemmeno l’ombra.
Il programma della lista “Potere al Popolo” prevede l’uscita
dalla NATO, la cessazione di tutte le missioni estere, il disarmo, l’abbattimento
delle spese militari. Insomma tutto e niente; anche qui il fattore uomo, ovvero
il personale della difesa e della sicurezza non esiste, né intermini di
cittadini militare o poliziotto, né in termine di lavoratore a cui vanno
riconosciuti i diritti. Di tutta l’esperienza dei movimenti di sinistra degli
anni 70 (militari democratici e democrazia in divisa), si è persa traccia,
semplicemente ci dicono (almeno loro non prendono in giro i militari e i
poliziotti), che non gli interessa, loro pensano ai massimi sistemi.
In queste elezioni dobbiamo registrare una new entry,
Casapuond, formazione di destra che non si allea alla destra tradizionale, ma
segue una sua logica. Cosa propongono per il personale della difesa e della
sicurezza?
Ebbene, Casapuond si schiera a favore della
costituzione di Associazioni a carattere sindacale per i militari italiani,
riprendendo quella che è stata sempre la posizione ufficiale della destra
storica italiana, rappresentata a suo tempo dal MSI.
Infatti, nel lontano 1978, all’approvazione della
legge sulla Rappresentanza Militare, i favorevoli al sindacato così come era
stato concesso in altre parti d’Europa, erano il Partito Radicale, MSI e il
Partito Socialista.
Infine il Movimento 5 Stelle, che nel programma Difesa
e Sicurezza mette al primo punto “tutela
del Personale” e parla espressamente di associazione di tipo sindacale tra
il personale, come già avviene in altri 21 paesi europei.
Segue “La gestione delle risorse umane della Difesa rappresenta un vero e proprio “tallone d’Achille”
per
uno dei dicasteri che riceve più stanziamenti dalla legge di bilancio annuale.
In particolare le
scelte politiche afferenti le nomine, talvolta in chiaroscuro, di
cariche istituzionali ad appannaggio del Governo, quali per esempio capi di
stato maggiore, dirigenti ministeriali, amministratori delegati di SPA a
controllo governativo, non sempre appaiono trasparenti e meritocratiche, ma più
basate su logiche di spartizione del potere.
E siamo arrivati
alla fine di questo breve “escursus” tra
le proposte politiche che riguardano il personale della difesa e della
sicurezza; sperando di aver fatto un buon lavoro, vi auguro un buon voto.
L'Opinione
di Giuseppe Pesciaioli
di Giuseppe Pesciaioli
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