SINDACATO PER I MILITARI e OPINIONE PUBBLICA

Un connubio necessario.
Sulla grande mole di lavoro che ci aspetta, credo non ci siano dubbi, forse quello che manca è la consapevolezza o meno delle nostre forze, se queste sono sufficienti.
Non sarà facile immagino, convincere una struttura quale quella militare, che ha goduto fini ad oggi di una zona franca in tema di rappresentanza dei diritti e della tutela del personale militare, a cedere la supremazia paternalista della gestione della vita professionale e sociale dei lavoratori militari.
Non sarà facile perchè non abituata a valutare le esigenze di tutto il personale sedendo a tavolino con associazioni sindacali non coercibili e non soggette all'autorità del grado, come avviene invece con la Rappresentanza Militare.
Con la sentenza della Corte Costituzionale si chiude un'epoca caratterizzata dall'assunto gerarchico quale vincolo indiscutibile del Comandante che tutela i suoi soldati, visione romantica, storica, di un Esercito aristocratico o di grandi condottieri illuminati; parliamo di epoche quali Carlo Magno, Napoleone, Gengis Khan, Alessandro Magno, Giuseppe Garibaldi, certo nessun paragone con i nostri scellerati e sanguinari Cadorna e Diaz o la dinastia Monarchica dei Savoia.
Sembra assurdo ma così è. Dopo 70 anni siamo riusciti a passare oltre una cortina di fumo e nebbia imposta da retaggi culturali e politici pre e post seconda guerra mondiale, il pericolo del fascismo prima e del comunismo dopo.
Fantasmi che ci siamo trascinati dietro come macigni, le paure del nemico comunista che stava dietro l'angolo, in un gioco delle parti che in realtà era più che condiviso da entrambe le parti; così come avvenne la divisione in est ed ovest, allo stesso modo avvenne la divisione tra due economie speculari ed assurdamente complementari.
L'una era la vita dell'altra, non poteva esserci l'economia liberista che mostrava benessere e prosperità
da esibire all'altra economia statalista, se così non fosse stato, tutto quello che era produzione industriale ed economia di mercato non avrebbe avuto ragione di essere.
Potrebbe sembrare assurdo tutto ciò, ma nella realtà dei fatti così è, abbiamo vissuto di ipotesi e sulle ipotesi si sono creati assunti ideologici che miravano al controllo di apparati militari, economici e dei diritti civili e politici.
L'occidente della prosperità, del benessere e dei diritti civili e politici, era una cartolina a colori da esibire alla contro parte, una pubblicità subliminare che doveva esercitare sulla coscienza collettiva della controparte l'idea, che forse il loro mondo non era il migliore, anzi era il peggiore dei mondi possibili.
Come avviene nel gioco delle parti, pari e tali era il messaggio che arrivava dall'altra parte, veicolato da un ragionamento massimalista del concetto di divisione dei beni, che arrivava a tutti i cittadini in modo uguale, attuando un'economia socialista che spendeva ingenti risorse per difendersi da una probabile colonizzazione, da una idea liberista.
E anche questi sembrerebbero tempi lontanissimi e invece sono dietro l'angolo e il militare italiano c'è stato dentro fino al collo; in realtà la Difesa Militare è sempre stata pensata e concepita come controllo sociale e non come supremazia militare, cosa ovvia se si pensa che fino a qualche anno fa i nostri armamenti erano gli scarti dell'esercito americano, vecchi e funzionanti solo ed esclusivamente se gli stessi USA ci davano assistenza tecnica e pezzi di ricambio. Eravamo una colonia di confine, la prima barriera tra un est ed un ovest, la linea di sfondamento e la più vicina, la più fragile, volutamente fragile.
Per tenere in piedi una struttura di simili dimensioni e renderla il più stabile possibile, l'unico modo era il controllo serrato dei punti nevralgici del Paese.
La capacità di risposta ad ogni fenomeno con una contromossa pari alla prima, quindi al terrorismo
eversivo di matrice comunista si contrapponeva un terrorismo eversivo di matrice fascista, ad una risposta politica di consensi elettorali, si contrapponeva una strategia della corruzione o del finanziamento politico della guerra fredda, ad una rivendicazione salariale si rispondeva con il debito con l'estero e la competitività del mercato e la conseguente contrazione della capacità economica nazionale.
Alle forze armate, che non erano sufficientemente armate ma potenzialmente pericolose in una probabile ascesa della sinistra per effetto dell'Esercito di leva, si contrapponeva una efficiente arma dei carabinieri in un capillare controllo di ogni singolo cittadino, con informazioni e 70 milioni di fascicoli, denunciati qualche anno fa dall'Appuntato Mattioli Valerio.
Così negli anni siamo venuti a conoscenza della Lista Mitrokin, che denunciava una intensa attività di finanziamento da parte del KGB ad alcuni partiti italiani e loro esponenti, ma lo stesso vale per il caso Gladio , l'esercito segreto della NATO che operava nei nostri confini nazionali e i finanziamenti ai partiti italiani in particolare la Democrazia Cristiana con i dollari della CIA.
Tangentopoli nasce intorno ad una contraddizione, perlomeno si pensa sia stato così, ovvero il primo vero incidente diplomatico della storia della Repubblica Italiana, che rompe una conclamata ed accettata sudditanza militare e territoriale nei confronti della supremazia militare degli Stati Uniti e per tale inaccettabile. Si parla naturalmente del caso Sigonella.
L'allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi a capo di un Governo pentapartitico, nel giro di qualche mese si ritrovò implicato in una serie innumerevole di finanziamenti illeciti ai partiti e le notizie che fino ad allora erano conosciute da tutti, diventarono improvvisamente virulente e devastanti tanto da determinare una vera e propria sollevazione popolare nei confronti della politica, che fu decimata e sostituita.
Emblematica la frase di Craxi in Parlamento, ormai destituito dalla carica di Presidente del Consiglio e in attesa di autorizzazione a procedere nei suoi confronti ''Bisogna dire, e tutti lo sanno, che buona parte del finanziamento politico e' irregolare o illegale... Se gran parte di questa attivita' dev'essere considerata puramente criminale, allora grande parte del sistema sarebbe criminale''  Video del discorso.
Ma con chi fu sostituita questa classe politica macchiata da tangentopoli? Con l'esatta prosecuzione della politica che prima di Craxi garantiva gli interessi degli USA.
Così iniziò in Italia una riconversione e nascita di Partiti apparentemente nuovi ma con lo stesso identico DNA di quelli sostituiti, in realtà  un cambio di nomi e null'altro, e una lunga scia di morti sospette, sicuramente inquietanti, tipo il suicidio di Gabriele Cagliari e Raul Gardini. 
Proprio nel mezzo di Tangentopoli nacque ASSODIPRO, era il 1992, in un contesto sociale e politico non più lucido ed attento alle rivendicazioni sociali di ogni tipo, figuriamoci per riconoscere ad un'Istituzione quale quella militare un diritto sacrosanto di tipo sindacale, ma messo dagli eventi in  subordine alla situazione politica di allora.
Forse fu un bene, forse quel focalizzarsi sul terremoto di tangentopoli che metteva a rischio ogni forma di alleanza e di appartenenza, ha reso il sistema debole ed incapace di rispondere con la tradizionale "cura" della repressione, l'istanza di pochi audaci e sprovveduti appartenenti alle forze armate in cerca di diritti, o forse l'intero assetto istituzionale essendo sotto assedio mediatico , aveva le mani legate da una estrema visibilità che avrebbe portato esattamente all'effetto contrario.
Da allora sono passati 26 anni di battaglie e morti, morti biologiche per effetto di un intenso uso delle forze armate in scenari internazionali a seguito della caduta del muro di Berlino e la necessità di nuovi assetti militari nell'area prossima al Patto Atlantico.
E veniamo a noi e il perchè di questo piccolo racconto che non ha la pretesa della scientificità, ma solo di portare il lettore lungo un percorso di riflessione.
La decisione della Corte Costituzionale sul riconoscimento ai militari italiani di poter istituire associazioni sindacali, avviene dopo un lunghissimo percorso, che ha visto smantellare assetti politici, militari ed ideologici e con tutte le forze politiche nate e morte in questo periodo che alternandosi vicendevolmente alla guida del Paese, hanno abbracciato l'ipotesi della sindacalizzazione delle forze armate quando erano posizionati all'opposizione e cambiare radicalmente idea quando diventavano maggioranza.

Abbracciare o meno l'ipotesi sindacale per i militari italiani è stata, nel corso di tutta la storia Repubblicana, agganciata ad una mera questione di comodo, come la pregiudiziale comunista nella Costituente e quella democristiana fino ai nostri giorni.
Oggi abbiamo una possibilità, ma questa affinchè si concretizzi, probabilmente avrà necessità di intraprendere una strada che non passi per la maggioranza parlamentare attualmente al governo del Paese e neanche dell'opposizione, ma abbia vita propria, nasca in un percorso che la preservi da perturbazioni di natura strettamente connessa al consenso del partito e si sedimenti nella convinta accettazione del popolo italiano di volerla come valore aggiunto all'autonomia e sovranità nazionale, e decidere quale sia la miglior condizione utile alla nazione stessa.
La strada da percorre è necessariamente quella della Legge di iniziativa popolare, attraverso la sottoscrizione di cittadini di ogni credo politico, che riconoscono ai militari italiani la dignità che si sono meritati sul campo in questi anni,  con vite spezzate e gestione delle malattie professionali contratte durante l'espletamento del servizio al servizio della nazione e degli interessi nazionali.
Quindi con un sentimento di gratitudine e fiducia in una istituzione che vedono sempre schierata in mille contesti, anche quelli di calamità naturali, terremoti, alluvioni, esodi e ordine pubblico, di ragazzi pronti a sacrificare se stessi e le loro naturali aspettative di vita, per un bene supremo, quello di garantire pace, serenità e sicurezza al popolo italiano.
Appare evidente che tale processo non può avvenire con pochi sparuti sprovveduti che pensano di arrivare a raggiungere un risultato sbraitando ai quattro venti e inventandosi chissà quali soluzioni, ricordiamoci che questo è un paese non complicato ma complesso e c'è bisogno di coinvolgere il cittadino in un processo culturale andando a parlare e spiegare i vantaggi e la giustezza della scelta di sindacalizzare le forze armate, perchè sarà una garanzia ulteriore verso l'efficienza e la trasparenza, verso l'utilizzo appropriato dello strumento militare.
E questo non è un lavoro che può fare chiunque, men che meno sprovveduti improvvisatori sindacalisti o partiti pronti a cavalcare la battaglia vinta da chi costantemente e per decenni ha continuato a credere ad un sogno, investendo tempo, denaro e sacrificando la propria carriera e vita familiare.
Ogni battaglia vinta porta in seno i suoi morti, a quelli dobbiamo riconoscenza, come a chi ci ha creduto e accompagnato silenti ma vicini a raggiungere un risultato storico.
ASSODIPRO è stato lo strumento attraverso il quale si è potuto raggiungere un risultato, ma non scordiamoci i suoi alleati, quali EUROMIL e la CGIL, unica organizzazione sindacale italiana che ha sostenuto questo importante traguardo, offrendo servizi e consulenza.

L'opinione di
Giuseppe Pesciaioli


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